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Lavori del futuro? Spazio all’energy manager

Torna indietro  Gennaio 2021venerdì 22 gennaio 2021

 

 

 

Da quando la questione energetica si è fatta largo a livello sociale prendendosi la scena, tutto ciò che le ruota attorno ha assunto un valore e norme. Il mondo sta cambiando, anche piuttosto velocemente; all’orizzonte si intravedono novità che potranno rivoluzionarlo, in termini di approvvigionamento energetico.
Nasce tutto dalla necessità di riduzione dei consumi e di valorizzazione delle risorse energetiche presenti che, unita alla crescita della tecnologia, ha generato bisogni in costante crescita. L’energy management è una disciplina che trae linfa proprio da questi cambiamenti, al punto che sono in molti ad indicare l’energy manager come uno dei lavori del futuro.
In generale la ricerca di figure professionali specializzate nel settore energetico sta salendo, proprio per la necessità delle aziende di poter contare su professionisti ai quali demandare tutta la sfera della gestione risorse energetiche.

 

 

Consapevolezza nell’uso razionale di energia
 

Energy manager o Ege, Esperto in Gestione dell’Energia, figura professionale che rappresenta un ponte tra l’azienda e l’approvvigionamento energetico, con l’obiettivo di raggiungere una nuova consapevolezza nell’utilizzo razionale dell’energia.
Un’azienda che si affida ad un energy manager, che sia privata o ente pubblico, è alla ricerca di una figura che possa gestire tutto ciò che riguarda l’energia: il tutto avviene andando, ad esempio, a verificare i consumi, ad ottimizzarli, a promuovere interventi finalizzati ad una maggiore efficienza energetica prediligendo l’uso di fonti rinnovabili.
Che poi è il concetto alla base dell’efficientamento energetico: migliore efficienza con minori consumi. Utilizzare quindi al meglio le risorse energetiche, anche in ottica di sostenibilità per le future generazioni.

 

 

Il ruolo dell’energy manager
 

Esiste una normativa europea che inquadra il tutto: la UNI CEI EN ISO 50001, che va a definire i “Sistemi di gestione dell'energia – Requisiti e linee guida per l'uso”. In questa norma si circoscrivono le misure per mettere in atto una SGE (sistema di gestione dell'energia) efficace.
Limitando il tutto al nostro paese, l’Italia una volta tanto era stata all’avanguardia, andando a sancire il tutto nella legge n.10 del 1991 denominata “Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso nazionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”.
Fin da quella legge si andava a tracciare il profilo di una figura tecnica, un energy manager ante litteram, in grado di avere ruoli di responsabilità per la conservazione e l'uso razionale dell'energia, controllando i consumi.


 

Come opera un energy manager
 

La normativa attuale prevede poi l’obbligo per le aziende che operano nel settore industriale e hanno consumi annui superiori ai 10.000 tep di nominare un responsabile per l’uso efficiente di energia. Ecco perché le occasioni sul mercato del lavoro di oggi non mancano per un professionista di questo genere. Come fa concretamente un energy manager ad ottenere tali risultati? 
Un professionista di questo genere è solitamente una figura tecnica - salvo il caso di grosse aziende che scelgano di affidare l’incarico ad un manager - che andrà a sua volta a guidare uno staff di tecnici, e verifica i consumi e stila report periodici con la finalità di ottimizzare il più possibile. Ciò può avvenire tramite interventi di regolazione degli impianti, calibrando il loro utilizzo in modo efficiente dal punto di vista energetico.
Fin qui la parte di analisi ed individuazione; ma poi l’energy manager ha anche un ruolo propositivo, ovvero deve studiare quelle che potrebbero essere le migliori soluzioni alternative per altre fonti di approvvigionamento energetico, proporre investimenti innovativi.
Al di là degli obblighi di legge quindi, la figura dell’energy manager è fondamentale per un’azienda, in quanto va ad efficientare i consumi ottimizzando l’approvvigionamento energetico e rendendo quindi più competitiva l’azienda stessa all’interno della quale è impiegato. Il tutto unendo competenze tecniche ad altre di natura legislativa, vista la necessità di essere informato sulle varie normative che si susseguono di anno in anno.