Torna indietro Marzo 2019 | venerdì 08 marzo 2019
Nel mondo del lavoro attuale che si basa su concetti moderni, spesso legati a parole di importazione dall’estero, sta trovando ampio spazio un nuovo termine divenuto ormai familiare a molti: Stem.
L’acronimo sta ad indicare ‘Science, Technology, Engineering and Mathematics’ , ovvero quattro discipline per le quali si registra una grande richiesta sul mercato, richiesta che spesso e volentieri non trova soddisfazione nell’offerta poi disponibile.
Detto in parole più semplici, si tratta di discipline per le quali ci sarebbero diverse opportunità di lavoro ma per le quali, al contempo, mancano professionisti.
Il mercato del lavoro del nostro paese ha quindi bisogno di competenze in ambito tecnico – scientifico che siano riconducibili alle materie informatiche, ormai preminenti nel panorama attuale.
Perché queste figure latitano? Il discorso ovviamente è complesso ed articolato e dovrebbe necessariamente partire dal modello formativo italiano. Fatto sta che si assiste ad una contraddizione enorme che porta al cosiddetto talent mismatch: un gap incredibile tra domanda ed offerta che porta alla mancanza di figure professionali in grado di occupare le posizioni più richieste.
Le opportunità maggiori per i giovani del nostro paese si registrerebbero, secondo gli ultimi dati sul mercato del lavoro italiano, nel settore dell’ ingegneria e della analisi dei dati. Così come il settore informatico nella sua totalità presenta diverse opportunità lavorative che non sempre trovano una adeguata offerta di personale qualificato: è il caso dei programmatori, addetti alla comunicazione in rete, esperti di web marketing.
È possibile immaginare una situazione del genere nel mercato attuale del lavoro italiano? Evidentemente si: le opportunità di lavoro ci sarebbero ma manca la manodopera qualificata.
Chi ha conoscenze specifiche in ambito materie Stem, Science, Technology, Engineering and Mathematics, parte avvantaggiato nel mercato del lavoro attuale ed avrà con ogni probabilità a disposizione una scelta ampia di opportunità.
Il problema è che sono poche le figure realmente formate al riguardo, o quantomeno non a sufficienza rispetto alla richiesta. Motivo per il quale le imprese devono ormai mettere in preventivo il fatto di dover fare i conti con una mancanza di personale specializzato, fattore che ne limita la crescita.
Non è un caso che si parli sempre di materie scientifiche come fondamentali in ottica formazione e che, nel corso degli ultimi anni, si siano messe in atto diverse iniziative tese proprio a promuovere la scelta di materie di questo genere da parte degli studenti.
Una conferma di quanto si è sempre registrato, ma anche un dato corroborato dai nuovi canoni di funzionamento del mercato del lavoro che sono stati ridisegnati dalle tecnologie moderne di matrice multimediale.
Una nuova filosofia che, paradossalmente, ha sancito anche la riscoperta di materie classiche come quelle legate alla scrittura, oggi rilanciate dal web. Ma che ha allargato ancora di più la forbice tra richiesta di figure professionali in ambito scientifico, competenze ‘Stem’ per l’appunto, e l’effettiva disponibilità sul mercato di questi lavoratori.
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