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Come superare un licenziamento e cambiare lavoro

Torna indietro  Settembre 2018giovedì 13 settembre 2018

 

Un pensiero che può portare chiunque nel totale sconforto e che aleggia sulle teste di tutti coloro i quali hanno un lavoro più o meno stabile e vivono con il terrore di perderlo. A molti sarà capitato di porsi il quesito su cosa fare nel caso di licenziamento: come ricominciare una nuova vita? In che modo riuscire a ricollocarsi sul mercato del lavoro?
Indubbiamente si tratta di una contingenza negativa, un qualcosa da affrontare con molta forza di volontà soprattutto se si presenta quando il lavoratore non è più in età giovane. Un evento che ha poco a che fare con il libero arbitrio, quindi i consigli da seguire non sono gli stessi di quando si vuole cambiare lavoro per scelta personale.
La decisione in sostanza viene subìta in quanto presa da altri e spesso può arrivare anche inaspettata, all’improvviso. Vediamo allora qualche consiglio su come superare un licenziamento e cercare di trovare un nuovo lavoro.

Non prendere il licenziamento come un fallimento personale

In linea generale quella che stiamo vivendo è un’epoca di grande mobilità dettata dalla necessità di una grande apertura mentale. Anche in ambito lavorativo. Per dirla in altre parole, il concetto di stesso lavoro che dura per tutta la vita è stato sorpassato, era per le generazioni precedenti.
Oggi chi vuole entrare nel mercato del lavoro deve essere conscio di questa dinamica e di conseguenza preparato a dover affrontare l’eventualità di un cambio di lavoro dopo un tot di anni. Detto ciò, il licenziamento è pur sempre un evento drammatico che può buttar giù chiunque.
Prima regola allora, non viverlo come un fallimento personale. Proprio in virtù di quanto sopra detto, un licenziamento può dipendere da molteplici fattori e il cambio di personale è un qualcosa che fa parte dell’impostazione moderna del mercato del lavoro. Può essere del tutto giustificabile che un lavoratore licenziato possa andare ad attribuirsi in modo inconscio le responsabilità di quanto accaduto: attenzione, è un meccanismo psicologico che può essere anche piuttosto pericoloso e può portare all’immobilità, quindi al non riuscire a cercare altri lavori.

Perdita di lavoro come elemento di cambiamento

Essere in grado di reagire è alla base di tutto; a fare la differenza è la personalità di ciascuno, il suo modo di affrontare le problematiche e reagire. Per chi riesce a governare al meglio situazioni negative, un eventuale licenziamento con perdita di lavoro può anche rappresentare un’opportunità per cambiare la propria vita.
Spesso d’altra parte, ci si lamenta di una quotidianità monotona, sempre uguale, ma non si ha il coraggio di stravolgere la propria condizione per paura dei cambiamenti: ecco, quando lo stravolgimento arriva da fuori lo si può prendere come occasione per seguire nuove strade. È
il classico meccanismo mentale del vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: i pessimisti rischiano di vivere un licenziamento come un evento traumatico, colpevolizzandosi; gli ottimisti possono vedere in questo momento negativo l’occasione per ricostruirsi una nuova vita.

Fattori che fanno la differenza per trovare un nuovo lavoro

A fare la differenza tuttavia sono anche le caratteristiche peculiari della persona che perde il lavoro: quindi il genere (uomo o donna, queste ultime incontrano maggiori criticità per ricollocarsi dopo un licenziamento); l’età, dato che più si va avanti e maggiori sono le difficoltà di trovare una nuova occupazione; le competenze professionali acquisite; il livello scolastico.
Dettagli che possono fare la differenza ma che non cambiano il quadro di insieme: quando si perde il lavoro per colpa di un licenziamento o per altre ragioni, è fondamentale non passare troppo tempo a rimuginare su quanto accaduto, ma rimboccarsi le maniche e partire subito con la ricerca di una nuova occupazione. Da questo punto di vista può essere utile anche iniziare a frequentare corsi di formazione professionale così da acquisire nuove competenze da spendere poi sul mercato del lavoro.